La Pasquella è una tradizione tipica di molti paesi della Romagna, delle Marche e di alcune aree dell’Umbria e del Lazio (dove è detta però Pasquarella); è simile alla Befanata Toscana. Nella maggior parte di questi luoghi ha luogo la sera del 5 gennaio (talvolta il 31 dicembre o in altre date vicine) ma nella nostra provincia è una usanza di Mezza quaresima, come la Focarina di San Giuseppe (18 marzo); sono feste dall’ origine pre-cristiana, con tutta probabilità gallica, ed essendo legate alla tradizione contadina viva e di importante radicazione per il territorio, vengono ripetute con una certa frequenza a richiamare la tradizione.

Non sono rimasti tantissimi i gruppi che ripetono questa usanza ma, ove ne sentite parlare, vi consigliamo di raggiungerli e passare con loro qualche ora: vi sorprenderete a vivere pienamente le tradizioni locali.

Il nome della tradizione deriva dall’espressione “Pasqua Epifania”, poiché secondo l’usanza, tutte le più importanti festività venivano abitualmente definite “Pasqua”. Inoltre, indica il tipico canto di questua di origine contadina, eseguito per l’occasione da gruppi di “befanotti”, “pasquaroli”, “pasquellanti”, “pasqualotti”, “pasquellari” o, nell’alta Sabina ed in Valnerina “pasquarellari” che, accompagnati da strumenti musicali, richiedono cibo e vino, augurano la buona sorte per l’anno venturo, fertilità dei terreni e delle giovani spose. Nelle versioni religiose del canto, portano di casa in casa l’annuncio della venuta del Messia. I gruppi rappresentano le anime degli antenati, ma al contempo rifuggono dai fantasmi degli stessi.

Spiegata la tradizione viviamo insieme la Pasquella che ogni anno propone la Polisportiva Camminate, associazione culturale attiva nella zona a sud della città di Fano.

La partenza alle 09.30 con ritrovo nella piazzetta di Tombaccia, vestiti da contadino si a richiamare la tradizione ma anche per sentirsi alla pari con gli ospiti che si andranno a trovare. Dopo una colazione fatta di Uova e Pancetta, Salsicce ed ovviamente Vino si parte per la campagna, a bordo di trattori e macchine agricole del tempo, pronti ad invadere le aie dei pochi contadini rimasti. E via il primo; si scende dal trattore intonando stornelli che richiamano a Fortuna, Pace, Serenità, si balla e si porta tanta allegria tanto da spingere il contadino ad offrire ogni bene prodotto dalla sua casa….e via il secondo……e via il terzo……e la giornata si traduce in una forma di rispetto verso il mondo contadino, le sue genti, i suoi prodotti; ovviamente si traduce in grandi abbuffate di Maiale e vino in abbondanza tanto da decimare i presenti. Finite le varie tappe, la conclusione è solitamente nella sede dell’associazione ove si smaltisce cibo e vino con balli e canti.

sono tanti i canti e gli stornelli recitati, ma solo uno è quello originale della Pasquella, quello che richiama la tradizione. di seguito un video di Roncitelli, Senigallia e di seguito il testo

L’Anno novo è già venuto
Già che Dio ce l’ha mandato
Ce l’ha mandato con allegria
Bon Anno novo e Epifania
Ce l’ha mandato con allegria
Bon Anno novo e Epifania

Fate presto e non tardate
Che dal ciel cade la brina
Ce fa venì la tremarella
Bon Anno novo e bona Pasquella
Ce fa venì la tremarella
Bon Anno novo e Bona Pasquella

Noi pregamo Sant’Antonio
Che ce guarda tutto il bestiame
Dalla peste e dalla fame
E da qualunque malattia
E da qualunque malattia
Bon Anno novo Epifania

Se ce date nu presciuttu
C’ho n’amico tantu juttu
Ogni tanto ‘na fettarella
Bon anno novo bona Pasquella
Ogni tanto ‘na fettarella
Bon Anno novo Bona Pasquella

La vergara su pe le scale
Qualche cosa ce vorrà dare
Se senza niente ce manda via
Bon Anno novo e Epifania
Se senza niente ce manda via
Bon Anno novo Epifania

La capoccia su pe le scale
‘N prosciuttello ce voria dare
Ma il marito je guarda brutto
Armetti a posto ‘sto prosciutto
Ma il marito je guarda brutto
Armetti a posto ‘sto prosciutto

Se ce date ‘na pacca de porco
Non ce ‘mporta se ce sta il pelo
Noi je daremo ‘na raschiatela
Bon Anno novo e bona Pasquella
Noi je daremo ‘na raschiatela
Bon Anno novo e Bona Pasquella

La quel fiume del Giordano
Dove l’acqua diventa vino
E pe lavà Gesù Bambino
E pe lavaje la faccia bella
E pe lavaje la faccia bella
Bon Anno novo e Bona Pasquella

Ce venimo da chi d’intorno
Non piate il palo del forno
Semo venuti pe l’allegria
Se non volete annamo via
Semo venuti pe l’allegria
Se non volete annamo via