L’ Ex chiesa di San Francesco a Fano è una delle bellezze artistiche più interessanti e visitate della città di Fano; in primis per la sua caratteristica unica di essere senza tetto e non da meno, per vere al suo ingresso, le Tombe della famiglia Malatesti, signori di Fano nel periodo Medievale

Ph di copertina @fanocultura Instagram

Sei a Fano e non sai cosa visitare?  Puoi iniziare proprio da questa fantastica bellezza: l’Ex Chiesa di San Francesco a Fano

….o magari iniziamo da capo!! Se proprio volete fare una visita alla città di Fano, vi consigliamo di contattarci e magari fare una interessante visita guidata alle innumerevoli bellezze storico-artistiche della città: si perchè Fano ha una storia Romana importante, ed ancora un periodo Malatestiano importante, ed anche una grande periodo rinascimentale. Le nostre guide sapranno raccontarvi al meglio la storia della città e farvi vivere l’interessante storia della città di Fano.  (info:  info@prolocofano.it – 348.2715070)

Oggi però vi parliamo della storia di una di queste bellezze, da non perdere se venite in visita a Fano, ovvero la

Ex chiesa di San Francesco a Fano

ph Roberta Pascucci Instagram

Il complesso architettonico di San Francesco, comprendente chiesa e convento, venne edificato a partire dalla metà del XIII secolo, come si evince dalla bolla papale datata 1255, nella quale Alessandro IV concede indulgenze a chi elargisce contributi finanziari per l’edificazione. Nel 1284 un’altra bolla, emanata da Bonomo, vescovo di Fano, rinnovò l’indulgenza ai finanziatori. I lavori si conclusero nel 1323 stando a quanto riportato nel testamento di Margherita da Peruzzo nel quale affermava che i frati compivano già riti nella chiesa.

Nel 1336 la chiesa venne consacrata dal vescovo di Fano Iacopo II, dal frate Pietro di Pesaro e dal vescovo di Senigallia, come scritto in un’scrizione del 1498, oggi andata perduta, riportata nelle “Memorie Istoriche” dello scrittore fanese Pietro Maria Amiani.

 

« HANC QUAM CERNIS HUMILIS ORATOR AECCL. DNUS. IACOB EPS FANESIS DNS

FRATER PETRUS EPS SONOGALLIENSIS DIE

CONSECRARUNRT ANNO DOMINI MCCCXXXVI

PRIMA DOMINICA MENSIS MAII

PR. GUARD ET FRATRES HANC MEM. PON. C.

ANNO DOM MCDXCVIII »

 

Dal 1336 al 1498 Fano passo sotto il dominio dei Malatesta; questa, visse un periodo di grande benessere e progresso che portò all’incisione dello stemma della famiglia nelle chiavi di un portico francescano. Sempre in questo periodo, i Malatesta utilizzarono il convento per ospitare alcune delle loro tombe come quella di Sigismondo Pandolfo III Malatesta, morto nel 1427, della sua prima moglie Paola Bianca, morta nel 1398 e del loro medico Bonetto da Castelfranco, morto nel 1434.

Intorno al 1460 scoppiarono alcuni conflitti tra le famiglie più ricche di Fano per il possedimento degli altari, che avevano un fine pratico (seppellire i defunti) e uno commemorativo (esaltare la famiglia); in questo periodo se ne contavano 18-19, la maggior parte dei quali fu trascurata dalle famiglie, perciò nel 1606 il padre guardiano li demolì.

Dal 1500 al 1650, circa, ci fu un altro periodo di splendore che portò numerose trasformazioni all’interno della chiesa, dovute alla perdita degli altari.

Nel 1672 ci fu un terremoto che rase al suolo la torre campanaria edificata intorno al XIV Secolo

Nel 1696 ci fu un incendio nella sacrestia della chiesa che le recò gravi danni rendendolo un posto non sicuro per i frati.

Nel 1774 si conclusero i lavori di ristrutturazione del Convento, volute finanziati da Papa Clemente XIV, e alla fine del XVIII i frati volevano restaurare la chiesa ma non gli fu possibile a causa dei disordini politici di quel periodo; furono così costretti, dal 1800 al 1840, a spostare l’esecuzione dei riti nel refettorio del convento, abbandonando così la chiesa e utilizzandola come magazzino e stalla.

Nel 1840 iniziarono i lavori nella chiesa, voluti da padre Francesco Maria Zamponi che assunse l’architetto Arcangelo Innocenzi per ricostruire il campanile, che verrà demolito nuovamente nel 1874 Durante questi lavori, conclusi nel 13 GIugno 1850, andarono perdute quasi tutte le iscrizioni e gli ultimi altari rimasti.

Intorno al 1870, quando vi fu l’annessione dello Stato della Chiesa al Regno d’Italia, furono soppressi molti degli ordini minori compreso quello di Fano.

Dal 1900 ad oggi

Fino al 1912 il convento venne utilizzato come caserma militare, abbandonata dopo proposta di utilizzarlo come sede del municipio comunale, mentre 1924 vi fu la proposta di demolire la chiesa, danneggiata dai sismi del 1916 e del 1924, negata dalla sovraintendenza

Con il terremoto del 30 ottobre 1930 il tetto fu demolito per questioni di sicurezza.

da quest’anno al 1934 furono effettuate numerose proposte da parte del podestà per la demolizione di alcune strutture del convento, come la chiesa e alcune arcate.

Nel 15 giugno 1934 la regia prefettura di Pesaro Urbino negò al podestà di Fano di demolire la chiesa ma anzi domandò di favorire i lavori di restrutturazione interna.

Il 5 febbraio 1938 vennerò presentate al comune di Fano cinque proposte sulla sistemazione della zona:

  1. Prima soluzione: conservazione dell’intero muro con gabbia a ridosso, alla quale rendere solidale il muro esterno di importante interesse e costruzione di un grande salone.
  2. Seconda soluzione: conservazione del muro fino alla parasta, dopo la prima finestra e demolizione del restante muro fino alla risega del basamento, utilizzazione dello spazio restante mediante la costruzione di una nuova ala del palazzo comunale.
  3. Terza soluzione: demolizione dell’intero muro e conservazione del portico nella posizione attuale.
  4. Quarta soluzione: demolizione dell’intero muro e conservazione del portico ruotandolo
  5. Quinta soluzione: conservazione di una piccola parte del muro in vicina del portico delle tombe. Costruzione di un altro portico a ridosso di quello esistente e a questo quasi uguale

Nel 25 agosto 1938 il ministro dell’educazione nazionale comunicò al podestà la notizia secondo la quale il professore Gustavo Giovannoni e l’architetto Alberto Calza Bini avrebbero effettuato un sopraluogo per presentare proposte di recupere della chiesa di San Francesco.

Nel 1950 il consiglio comunale di Fano approvò il nuovo progetto di piano regolatore generale comunale per la ricostruzione della chiesa. Dopo numerose modifiche del piano, tuttavia, il progetto fu abbandonato lasciando così la chiesa e il convento nel degrado, dovuti all’azione degli agenti atmosferici in seguito alla demolizione del tetto a causa del terremoto del 1930 e anche alla vendita di alcuni arredi interni come l’organo, il coro e l’altare.

La struttura semplice è evidenziata dall’uso dei mattoni nella costruzione. L’impianto a navata unica è ancora visibile ed è possibile vedere ancora i suoi tratti neo-classici grazie alle colonne corinzie conservate fino ad oggi. All’inizio dell’aula della chiesa, all’interno di una nicchia sul lato destro, vi è collocata la tomba della figlia di Ferroni, Maddalena, oggi in avanzato stato di degrado. Il monumento funebre,opera di Giovanni Gai, presenta forme neo-classiche e, al centro, un medaglione raffigurante il volto della defunta.

ph lucamontini Instagram

 

Le Tombe dei Malatesta

  

ph vilson frattini, steven1_ps da Instagram

A sinistra dell’ingresso del portico troviamo la tomba di Paola Bianca: posizionata su un alto basamento i cui fianchi hanno alcune rappresentazioni di alcuni santi che vegliano sul sonno eterno della defunta.

A destra del portale troviamo l’arca, di stile classico, di Pandolfo III Malatesta posizionata su un alto basamento, il quale è diviso in due scomparti all’interno dei quali vi sono gli scudi torneari della famiglia Malatesta sorretti da festoni.

Lungo il lato corto del peristilio vi è l’arca di Bonetto da Castelfranco, sorretto da tre mensole. Al di sopra del sarcofago, è posizionato una pietra tombale in marmo rosso di Verona sulla quale è scolpita un unicorno.

Trovarla è molto semplice: si trova in Via San Francesco, una via molto vicina a Piazza XX Settembre. San Francesco, il convento, oggi è sede del Municipio e la struttura è proprio a fianco…

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Un’altro articolo, anzi scheda tecnica del luogo, è quello del progetto LA VALLE DEL METAURO, data base di tutti i siti storici e naturalistici della città e non solo.