E’ un vino che nasce seguendo il corso del fiume Metauro ed è conosciuto non solo nelle Marche ma anche in Europa.

La sua denominazione deriva dal nome del fiume che sfocia sul litorale fanese e dal colore degli acini d’uva con cui è realizzato.

Ci sono diverse versioni: Tradizionale, Superiore, Appassito e Spumante.
La sua storia è molto antica e tra le prime fonti abbiamo Tacito, tra maggiori storici latini, che narra dello scontro decisivo della seconda guerra punica avvenuta il 22 giugno 207 a.C., in cui i romani trionfarono sui cartaginesi che stavano ancora subendo gli effetti del Bianchello bevuto la sera prima.

Attorno all’anno 1000-1100 l’aria intorno ai vitigni diventò insediamento per monaci benedettini che si istaurarono in questi luoghi immersi nel silenzio per una completa devozione alla preghiera. Grazie ad essi si sviluppò la nobiltà rurale, che fece arricchire questi territori con agricoltura e allevamento.

Nei secoli successivi, 1400-1500, grazie al Ducato di Urbino si incrementarono le ricchezze e di conseguenza si potenziò l’economia agricola.

Nel 1596 Andrea Bacci si dedicò alla compilazione del libro “De naturali vinorum historia”, un trattato sulla storia dei vini che viene suddiviso per aree di coltivazione. Nel V libro Bacci descrive Fano come città deliziosa con vini di alta qualità.
Il 2 aprile del 1969 il Bianchello ottiene il riconoscimento DOC, Denominazione di Origine Controllata.

(Fonte delle foto e testo: www.bianchellodelmetauro.it)