La produzione di miele è sempre stata all’avanguardia nella regione Marche, alla fine del 1800 Alessandro Chiappetti¹ realizzò un’arnia “di tipo marchigiano”, che consentiva di eseguire degli interventi di manutenzione e di allevamento con maggiore facilità rispetto al passato.
Nel 1903 nella provincia di Ancona, più precisamente ad Osimo, nacque la Federazione Apistica Italiana.
Il miele più diffuso è il millefiori, ma sul mercato ne troviamo molti altri come: d’acacia, castagno, girasole, lupinella e melata.
Questo prodotto è una soluzione zuccherina che viene realizzata dalle api per sfamare le larve e come scorta di cibo durante l’inverno. È composto da fruttosio, glucosio, acqua, enzimi ed oli essenziali, è un alimento molto nutriente, infatti mentre il glucosio riesce a fornire energia immediata, il fruttosio favorisce una sorta di riserva energetica.
Le api operaie prelevano il nettare dai fiori e poi in una speciale sacca che si trova nel loro apparato digerente lo trasformano in miele, questo verrà poi conservato all’interno dei favi che si trovano nell’alveare.
Il miele prima di essere commercializzato viene riscaldato a 66° per eliminare e sciogliere eventuali cristalli e successivamente versato all’interno di vasetti sigillati.

¹ Nato a Jesi il 30 ottobre del 1842, fu professore di lettere al ginnasio e al Cuppari e per alcuni anni anche al liceo Varano di Camerino. Insieme al prof. Domenico Marcucci, istituì a Jesi la Scuola Normale Femminile, di cui fu per qualche tempo anche direttore. Profondo conoscitore delle lingue classiche, curò la traduzione de “Le opere e i giorni d’Esiodo” (1881), poi commentata ed usata come testo nelle scuole. Nel 1895 pubblicò “Le lettere descrittive di Plinio il Giovane”. Scrisse testi di apicoltura, tra cui: “L’apicoltura presso gli antichi greci e romani” (1881) e “Le api del povero“(1893). Considerato il pioniere dell’apicoltura marchigiana, introdusse nella nostra regione l’arnia nazionale; fondò, diresse e scrisse quasi tutto da solo, per otto anni, il periodico “Le Api e i Fiori”, firmando i suoi articoli con lo pseudonimo Melisso d’Esi. Coltivò l’alveare della Società di Apicoltura ed istruì all’apicoltura generazioni di giovani con conferenze ai contadini nei giorni di festa. Morì a Jesi il 28 gennaio del 1900.
(Fonte “Conoscere Jesi” G. Luconi – P. Cocola)

(Fonte testo: https://www.prodottitipicidellemarche.it/miele
I prodotti tradizionali della regione Marche” Ferruccio Luciani
Fonte immagine: www.prodottitipicidellemarche.it)